Voci di Lampedusa: Lo spettacolo delle nascite

01.06.2024

Lo scorso 4 Maggio, il comune di Lampedusa ha inaugurato un nuovo parco giochi in Via Roma, dedicandolo ad una bambina Ivoriana, nata sull'isola il 31 Luglio 2021. Questo episodio è stato celebrato come la prima nascita nell'isola negli ultimi 50 anni. 

In quell'occasione, il sindaco ha detto: "Dalla metà degli anni '70 qui non si può partorire, per motivi logistici e di insularità. Qui non nasce nessuno, se non per cause di forza maggiore". Inoltre, alla bambina nata a Lampedusa è stata data la cittadinanza onoraria

Striscione appeso al nuovo parco giochi di Lampedusa. Maggio 2024
Striscione appeso al nuovo parco giochi di Lampedusa. Maggio 2024

Tuttavia, questo episodio non è stato il primo dagli anni '70 né sarà l'ultimo di una persona costretta a partorire in una situazione di emergenza a Lampedusa (1).


La spettacolarizzazione del regime di frontiera a Lampedusa si interconnette con molteplici aspetti sia per la comunità locale che per le persone in movimento (2). Il risultato di questi tentativi, come quello della bambina ivoriana, è quello di distogliere l'attenzione dalla reale lotta delle persone e dalla segregazione con cui le frontiere limitano ingiustamente la libertà di movimento.

L'interconnessione tra le infrastrutture del regime di frontiera e la retorica dell'accoglienza e dell'apertura degli isolani, spesso sottolineata dai media, porta a diversi risultati indesiderati; uno di questi è quello di gettare un'ombra su sottili e complesse questioni e lotte locali. Se da un lato l'isola è sotto i riflettori della cronaca nazionale per il fenomeno migratorio, dall'altro le carenze strutturali non vengono mai prese in considerazione né dai media né dalle amministrazioni locali.


L'isola più grande delle Pelagie è collegata via mare con la terraferma (Sicilia) con 10 ore di viaggio in traghetto, che rifornisce le sue risorse quotidianamente, se il tempo lo permette o se non si verificano incidenti, mentre con un'ora di aereo i lampedusani possono raggiungere le principali città della Sicilia. La distanza dell'isola si accentua se si considerano le situazioni di emergenza come la necessità di assistenza medica.

Traghetto in attracco al porto di Lampedusa. Maggio 2024
Traghetto in attracco al porto di Lampedusa. Maggio 2024

Lampedusa non ha un vero e proprio ospedale, ma piuttosto un Punto Territoriale di Emergenza (PTE) attivo dalla fine degli anni '80, dove vengono gestite solo emergenze di base. Per i casi più gravi, le persone vengono trasferite agli ospedali di Palermo o Agrigento in aereo, o nei casi peggiori in elicottero.


Per comprendere meglio come si è sviluppato il fenomeno nel corso degli anni, ho incontrato Giovanni, un ex sindaco di Lampedusa di quasi 80 anni, che era in carica quando fu costruito il PTE. Giovanni sostiene che Lampedusa è lasciata sola a gestire la crisi migratoria e le relative difficoltà. Secondo lui, questo argomento, sebbene discusso eccessivamente, è sempre stato gestito male:


La nostra costituzione è un capolavoro giuridico, ma anche una terribile ipocrisia. Come si può garantire il diritto di accesso alla sanità in modo così esteso e diversificato? Avrebbero dovuto scrivere che questi diritti sono garantiti dove possibile, e se non possibile, allora lo Stato dovrebbe intervenire.


Come suggerisce Giovanni, il diritto alla sanità dovrebbe garantire un adeguato accesso alle cure per tutte le persone nel territorio nazionale; tuttavia, non è così semplice da garantire. Questo aspetto è ancora più evidente riguardo alle gravidanze sull'isola, su cui Giovanni è pessimista sulla loro gestione.


Qui a Lampedusa, abbiamo così poche nascite che non vengono stanziati fondi, e anche se ci fossero, non verrebbero utilizzati.


Negli ultimi anni è stata proposta l'espansione dell'infrastruttura medica attuale e la creazione di un nuovo ospedale, sebbene, tuttora i fondi non siano ancora stati utilizzati e l'assistenza medica non è stata migliorata.

Maria, una ex chef di un ristorante di pesce dell'isola di 76 anni, ricorda anche la sua esperienza di parto sull'isola:


Una volta a Lampedusa era impossibile sapere qualcosa sui bambini che nascevano. Non c'era l'ecografia, non potevi sapere se avessero malattie, se fosse maschio o femmina.

Ricordo che una volta una donna dovette prendere l'elicottero per partorire. Purtroppo, morì sull'elicottero, ma il bambino nacque. Poi l'elicottero tornò. Guardai fuori dalla mia casa e vidi l'elicottero tornare, dopo vidi che il corpo era caricato sul retro di una "lapa" (Apecar) avvolto in un sacco verde con i piedi che sporgevano.


Fino agli anni '70, le persone nascevano solo sull'isola, usando pratiche casalinghe con l'aiuto delle levatrici. Poi, tra il 1966 e il 1978, i lampedusani iniziarono ad andare altrove per partorire. Infatti, durante quel periodo, oltre l'80% delle nascite furono registrate fuori da Lampedusa, soprattutto nell'isola di Pantelleria, che disponeva di un reparto maternità per le gravidanze. Dopo la legge 883 del 1978 (3), con l'introduzione del Sistema Sanitario Nazionale, l'assistenza gratuita alla gravidanza fu inclusa negli ospedali, seguita dall'estinzione del modello di parto domiciliare.


Sebbene questo sistema abbia dato un miglioramento significativo alla qualità dei servizi sanitari nel continente, ha anche contribuito a sviluppare una dipendenza ulteriore per cui i locali lampedusani devono sopperire ai costi personalmente. Inoltre, il fenomeno delle nascite de-territorializzate avvenne contemporaneamente al periodo di emigrazione di massa dalle regioni meridionali verso il centro e il nord Italia. Oggi, le persone partono con largo anticipo in Sicilia per partorire, tuttavia, si verificano ancora casi di malasanità.


PTE di Lampedusa. Maggio 2024
PTE di Lampedusa. Maggio 2024

Pertanto, Maria, e altre donne di Lampedusa, conoscono bene le difficoltà e i costi di avere un bambino:


Tutti i soldi che guadagniamo vengono spesi per la sanità. Se vuoi avere un bambino e non hai parenti che ti possono ospitare, devi pagare per il viaggio e l'alloggio in Sicilia o in Italia, oltre a partire con un mese di anticipo rispetto alla data prevista del parto.

Vivere su una piccola isola è impegnativo, soprattutto per la mancanza di un approccio sistematico e di supporto alle esigenze dei residenti. Di conseguenza, i locali, spesso non hanno altra scelta che usare i propri fondi per far fronte alla situazione, optando frequentemente per la sanità privata rispetto ai servizi pubblici. Questo porta a una maggiore dipendenza dal settore privato, e un accesso alle cure limitato solo a chi può permetterselo.


D'altra parte, le persone in movimento che arrivano sull'isola hanno anch'esse il diritto alla sanità, il che significa essere trasportate in Sicilia per ricevere assistenza medica, compreso il parto. Nell'ultimo anno, molti arrivi a Lampedusa hanno necessitato di urgente assistenza medica per condizioni come ipotermia, ustioni cutanee, intossicazione da benzina o condizioni ancora più gravi.


Tuttavia, il PTE non ha sufficiente capacità per accogliere tutti coloro che ne hanno bisogno, e ci sono posti limitati per le evacuazioni mediche verso la Sicilia. Di conseguenza, molte persone vengono inviate direttamente all'hotspot, che non è attrezzato per gestire le loro condizioni mediche. In più, durante situazioni difficili come i naufragi, questa gestione è spesso segnata ulteriormente dalla mancanza di servizi di base, portando a eventi tragici come quello del 10 aprile.


L'attuale gestione di questa situazione mantiene l'isola in uno stato di emergenza costante e la trasforma in uno strumento politico, manipolato a seconda delle necessità. Nel suo libro (1), Quagliariello osserva ulteriormente che nel contesto eccezionale in cui Lampedusa si trova, i bisogni fondamentali dei locali e delle persone in movimento sono molto più intrecciati di quanto di solito si rappresenti. Pertanto, il rafforzamento delle infrastrutture mediche locali potrebbe portare a un miglioramento dell'assistenza e della qualità della vita per tutte le persone che si trovano a Lampedusa, sia per i locali che per le persone che arrivano via mare.
Barche abbandonate in Contrada Terranova. Maggio 2024
Barche abbandonate in Contrada Terranova. Maggio 2024

1. Quagliariello, C. "L'Isola Dove Non Si Nasce. Lampedusa Tra Esperienze Procreative Genere e Migrazioni." Unicopli (2021).

2. Cutitta, P. Lo spettacolo del confine. Lampedusa tra produzione e messa in scena della frontiera Mimesis (2012).

3. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività mediante il servizio sanitario nazionale. La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana [...].